Lambic
Termine francese (in fiammingo, lambik o lambiek) per indicare la più caratteristica delle birre belghe. Il nome deriva dalla cittadina di Lambeek, nella valle della Senne, zona tipica di produzione chiamata Pajottenland. Viene realizzato con almeno il 30% di frumento crudo, miscelato a malto d’ozo tipo pilsner. Il luppolo, detto suranné, è invecchiato di oltre tre anni, senza quindi proprietà amaricanti ma impiegato esclusivamente per minimizzare i rischi di alterazione. La fermentazione spontanea richiede una maturazione, con rifermentazione, molto lunga e si svolge in botti di legno di rovere o di castagno che in precedenza siano state usate per contenere vini (borgogna, porto e talvolta perfino sherry). Il lambic “puro”, con gradazione alcolica tra il 5 e il 6%, è una birra ambrato scuro, piatta, di consistenza vinosa e gusto acidulo. Viene servito di norma alla spina in brocche nei caffè di Bruxelles; ma ne esistono anche versioni in bottiglia, anche se poche. In ogni modo il lambic puro piace solo a pochi appassionati, per cui gran parte viene destinata a tipologie derivate, che ne attenuano, ma non troppo, la stranezza del gusto: faro, gueuze, kriek, framboise.