Fermentazione
1) Fermentazione alta Le birre così prodotte hanno più lunga tradizione, e si dividono in due categorie: birre d’orzo, in cui rientrano le famiglie tipologiche delle ale, stout e porter; birre di frumento di scuola tedesca e belga. Le birre d’orzo ad alta fermentazione, rispetto a quelle di fermentazione bassa, tendenzialmente sono di sapore più pieno e corposo, con una maggiore varietà gustativa e aromatica e un più ampio spettro cromatico.
2) Fermentazione bassa Si tratta della metodologia di produzione più moderna, che risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando cominciarono a rendersi disponibili le prime tecnologie del freddo. Le birre realizzate con questo sistema risultano sicuramente più fresche e pulite di tutte le altre. Costituiscono la grande
famiglia delle lager che, al suo interno, annovera diversi stili e tipologie.
3) Fermentazione naturale o spontanea Il metodo di fermentazione spontanea, che si basa sull’opera delle invisibili microcellule di lievito naturalmente presenti nell’aria, è il più antico del mondo, quello che un tempo veniva reputato una sorta di prodigio. Viene così prodotto quell’aromaticissimo lambic che possiede tutto il fascino delle birre antiche; ma con limiti quantitativi e una certa variabilità qualitativa (le condizioni ambientali che consentono di realizzarlo esistono solo in alcune zone particolari, e non si ripetono mai esattamente uguali nel tempo).