Dry (o Irish) Stout
La stout più nota, quella “secca”, di tradizione irlandese. Viene normalmente spillata con una miscela ad alta pressione (azoto e anidride carbonica) che le conferisce una caratteristica spuma cremosa color cappuccino senza renderla eccessivamente frizzante. E’ molto scura, quasi nera, impenetrabile. Gli aromi predominanti sono legati alla torrefazione (caffè), al caramello, alla liquirizia. Non si tratta comunque di birre sempre molto piene e corpose. A causa dell’impiego di orzo non tallito ma tostato e della buona luppolizzazione, il gusto è secco e persistentemente amaro, con forti sensazioni di tostatura e torrefazione. E’ riscontrabile anche un’acidità di bacche e frutti acerbi. In bocca, la prima sensazione è quella del gusto di malto, mentre il finale è tutto dell’aroma di caffè e dell’amaro. Nelle isole britanniche viene considerata “birra quotidiana” (o “da riunione”), quindi ha la gradazione sul 4%. Un po’ più sostenuto in America Settentrionale, l’alcol raggiunge stranamente l’8% nei paesi tropicali. Le versioni più forti di stout, specie per l’export, sono chiamate extra stout. Sono più marcate dal malto e con un gusto maggiormente complesso: si possono facilmente identificare sentori tipici della fermentazione spontanea, come quelli di acido lattico, di vino e perfino di cuoio usato. Anche la luppolizzazione viene intensificata per bilanciare l’eccesso di alcol; sicché la birra non risulta al palato più amara della originale, in compenso il corpo si rivela davvero convincente.