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Siccità e bollette: le ripercussioni sulla birra italiana

Gli effetti dei cambiamenti climatici si sommano a quelli provocati dalla guerra e pesano su energia e materie prime

Il Consorzio Birra Italiana segnala i pericoli che stanno mandando in crisi la nostra filiera. Quest’anno a causa della siccità, è crollata la produzione di malto (-34%), mentre a causa della guerra in Ucraina, sono esplosi i costi dell’energia (+180%). Da questo mese ci attende un ulteriore maxi rincaro non solo dell’energia, ma a cascata delle materie prime. Tutte le materie prime della birra e poi, imballaggi, vetro, bancali… compresa l’anidride carbonica che scarseggia già da un po’ e la cui mancanza ha già fermato la produzione di un marchio industriale storico come Menabrea, solo pochi giorni fa.

Il Consorzio Birra Italiana ribadisce la necessità di sostenere i produttori di birra artigianale italiana, mantenendo la riduzione delle accise, per esempio. La filiera della birra artigianale italiana dà lavoro a più di novantamila persone nel nostro Paese, e la birra artigianale è un prodotto che esalta il territorio e le produzioni locali.

Comunicato stampa del Consorzio Birra Italiana

BOLLETTE: DA ORZO A CARO ENERGIA SOS BIRRA MADE IN ITALY. CROLLA PRODUZIONE PER IL MALTO -34%, ESPLODONO COSTI

Birrifici artigianali a rischio con il crollo del 34% del raccolto 2022 dell’orzo per il malto rispetto all’ultimo anno prima della pandemia a causa di siccità ed eventi meteo estremi, mandando in crisi una delle filiere più importanti per la produzione Made in Italy, mentre esplodono i costi dell’energia aumentati del 180% a causa della guerra in Ucraina. È l’allarme lanciato dal Consorzio Birra Italiana alla vigilia del prossimo maxi-rincaro delle bollette di luce e gas a partire dal primo ottobre. Il caro energia e la mancanza di materie prime, compresa l’anidride carbonica, si fanno sentire lungo tutta la filiera – spiega il Consorzio – insieme all’aumento di costi per imballaggi, bancali, contenitori di plastica, vetro, metallo, etichette e tappi.

Logo Consorzio Birra Italiana

In questo scenario nel quale gli effetti dei cambiamenti climatici si uniscono a quelli provocati dalla guerra su energia e materie prime è necessario sostenere i produttori di birra artigianale italiana – afferma il Consorzio – con la stabilizzazione del taglio delle accise per non mettere a rischio un’intera filiera di alta qualità del Made in Italy con effetti sulla produzione, i posti di lavoro e sui consumi. La filiera della birra artigianale italiana conta infatti 1085 attività produttive in tutto il territorio nazionale che, dal campo alla tavola, danno lavoro a circa 93.000 addetti, per una bevanda i cui consumi sono destinati quest’anno a superare il record storico di oltre 35 litri pro capite per un totale – spiega il Consorzio – di 2 miliardi di litri generando un volume di fatturato che, considerando tutte le produzioni, vale 9,5 miliardi di euro.

A fare da traino – continua il Consorzio – sono le birre artigianali realizzate con l’utilizzo di ingredienti particolari, non pastorizzazione nè microfiltrate per esaltare la naturalità di un prodotto apprezzato da tutte le fasce di età, con i giovani che sempre più cercano la degustazione di qualità più che di quantità. 2 boccali su 3 riempiti con produzioni nazionali, secondo il Consorzio della birra italiana, nato con l’appoggio di Coldiretti per rappresentare il meglio delle produzioni artigianali della penisola. La scelta della birra come bevanda – continua il Consorzio – è diventato negli anni sempre più raffinato e consapevole con specialità altamente distintive e varietà particolari: dalla birra aromatizzata alla canapa a quella ligure affumicata con le castagne, dalla birra senza glutine al riso Carnaroli del Piemonte a quella con la zucca, dalla birra con le arance di Sicilia a quella con le scorze di bergamotto, da quella alla ciliegia a quella con il miele di erica alla birra e non manca neppure la birra prodotta con il pane e il grano saraceno.

Si tratta di produzioni molto spesso realizzate da giovani con profonde innovazioni come – continua Coldiretti – la certificazione d’origine a chilometro zero, il legame diretto con le aziende agricole, la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i “brewpub” o l’apertura di banchi presso i mercati degli agricoltori di Campagna Amica. Si stanno creando anche nuove figure professionali – evidenzia il Consorzio – come il “degustatore professionale di birra” che conosce i fondamentali storici dei vari stili di birre ed è capace di interpretarne, tramite tecniche di osservazione e degustazione, i caratteri principali di stile, gusto, composizione, colore, corpo, sentori a naso e palato e individuarne gli eventuali difetti, oltre a suggerire gli abbinamenti ideali a tavola. Praticamente – conclude il Consorzio Birra Italiana – per ogni addetto coinvolto all’interno di un birrificio si generano altri 29 occupati all’esterno, da chi coltiva i prodotti agricoli che servono alla bevanda, alla produzione delle bottiglie, dalle etichette ai tappi, dalla logistica alla comunicazione; non mancano neppure addetti coinvolti nello sviluppo del turismo con il progetto di creare almeno una strada della birra in ogni regione d’Italia per esaltare la scoperta dei territori e delle produzioni locali.

Sito web del Consorzio Birra Italiana: www.consorziobirraitaliana.it.

Biglietto di Pinta Medicea in ciotola con orzo maltato

Pinta Medicea

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