Birra Monti
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Villaggio della Salute Più, Monterenzio
Il più grande parco termale d’Europa, sorge nella valle del Sillaro, in provincia di Bologna, ed è parte del gruppo Mare Termale Bolognese.
Dal 2010 propone anche la prima birra termale italiana, la Birra Monti, un’idea del medico e imprenditore Antonio Monti appunto.
A rifermentazione naturale in bottiglia, proveniente dalla fonte Alexander delle antiche Terme Felsinee. Un’acqua purissima, con preziose proprietà bicarbonato-solfato-calciche e autorizzata dal Ministero della Salute per l’idropinoterapia, vuoi per le sue qualità diuretiche e depurative vuoi per la ricchezza di minerali, quali magnesio, manganese, silicio, etc.
Proposta in due versioni, la Birra Monti viene realizzata presso le Tenute Collesi.
Le Birre Monti
Bionda Termale, lager di colore giallo paglierino chiaro (g.a. 4,6%). Con una media effervescenza, la schiuma bianca emerge ricca e sottile, compatta, cremosa, di sufficiente tenuta e allacciatura al vetro. L’aroma si libera fresco, pulito, anche se non intenso, con dolciastro malto granuloso, paglia, mais, sciroppo d’acero, biscotto, pasta di pane bianco; mentre dal sottofondo non si fanno attendere più di tanto, per amalgamarsi armonicamente, sentori erbacei, di cereali raffermi, erbe secche, luppolo fiorito, lievito speziato. Il corpo mostra un’opportuna leggerezza, e una consistenza decisamente acquosa. Anche nel gusto è l’amabilità ad aprire le danze, con il solito malto granuloso, un po’ di paglia e qualche tocco fruttato; poi subentrano note amarognole e acidule, la secchezza prende il sopravvento… e la corsa termina così, con una fresca luppolizzazione. Il retrolfatto ha ben poco da aggiungere, e lo fa con sfuggenti quanto labili sensazioni vegetali aspre.
Mora Termale, stout di colore marrone scuro tendente al nero e dall’aspetto opaco (g.a. 5,8%). La carbonazione è moderata; la schiuma nocciola, generosa, fine, compatta, cremosa, tenace, aderente. L’eleganza e la finezza non sono certo la sue caratteristiche olfattive indimenticabili; ma una buona intensità rende piacevoli i sentori tostati, di cioccolato fondente, nocciola, liquirizia, fondi di caffè, anche qualche spunto terroso. Il corpo medio tende al leggero, benché in una consistenza più oleosa che acquosa. Il sapore, amabile e vellutato, sfoggia una gamma di note tostate forti e di tutto rispetto, con caffè, liquirizia, cioccolato; mentre la palese latitanza del luppolo viene degnamente sostituita da lunghi indizi aciduli. Reminiscenze di lievito e vaniglia, miele e crosta di pane: è tutto quanto sa offrire il corto finale. Più generose, ma non troppo, si rivelano le suggestioni retrolfattive di un piacevole amaro abbastanza secco.