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Microbirrifici italiani: Birrificio Opperbacco

Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore

Notaresco, Teramo

Microbirrificio in provincia di Teramo, zona a vocazione vinicola. E il nome, Opperbacco, dato a una fabbrica di birra, sembra quasi volersi prendere gioco dei produttori di vino. Mentre nel logo, il celebre Bacco del Caravaggio, il calice di vino è stato sostituito da uno spumeggiante boccale di birra.

L’agronomo Luigi Recchiuti si avvicinò al mondo della birra per merito di Guido Taraschi, l’allora presidente di Unionbirrai. Nel 2001 presentò il progetto per la costruzione di un microbirrificio; ma si scontrò subito con le difficoltà della burocrazia italiana (chi scrive le conosce bene, essendo stato funzionario di dogana).

Dopo due anni, il suo progetto era ancora in alto mare. Impaziente, Luigi cominciò con l’aprire l’Agripub, un agriturismo tuttora operativo, con ampia scelta di birre scoperte e apprezzate nei suoi numerosi viaggi di studio in Belgio e in Germania. Era diventato ormai un patito dell’homebreving, e aveva anche la consapevolezza di poter fare tranquillamente il birraio.

Finalmente, nel 2008, insieme alla moglie (Arianna Calisti) e all’assistente Marco, e con l’aiuto tecnico di Leonardo di Vincenzo (della Birra del Borgo), Recchiuti poté realizzare il suo sogno, nei pressi dell’Agripub, in una ex stalla adeguatamente ristrutturata della tenuta di famiglia, progettando lui stesso l’impianto. Mentre all’Agripub cominciavano a essere servite anche le birre Opperbacco.

La produzione, che ormai “viaggia” sui 2600 e più ettolitri annui, contempla prevalentemente la fermentazione alta e mostra un buon legame con il territorio, a cominciare dalla preziosa acqua del Gran Sasso.

C’è infine da rammentare che Luigi Recchiuti vanta collaborazioni con i più prestigiosi nomi del mondo brassicolo italiano.

Le birre Opperbacco

Opperbacco 10 e lode, belgian strong dark ale di colore marrone scuro con intensi riflessi rossastri e dall’aspetto opaco (g.a. 10%); birra invernale. È l’ammiraglia del birrificio, con evidente ispirazione alle trappiste belghe. Utilizza otto tipi di malto, tre varietà di luppolo e zucchero di canna. La carbonazione è piana; la schiuma, di un beige chiaro, sottile, cremosa e stabile. L’olfatto si propone con un’intensità molto elevata, e di elegante finezza: malto, banana, lievito belga, caramello, marzapane, zucchero di canna, melassa, frutta secca, cioccolato, liquirizia; e qualche labile accenno di ossidazione, liquore, ciliegia aspra, noce moscata. Il corpo pieno ha una consistenza sciropposa alquanto appiccicosa. Il gusto tende decisamente alla dolcezza, anche appoggiato dal tepore alcolico, e si snoda tra note di toffee, legno, frutta secca, lievito, bacche, vaniglia, miele, tostature. Una lieve punta acida e rinfrescante precede il finale piuttosto amaricante. Nel lungo retrolfatto l’etanolo si manifesta tramite la frutta sotto spirito.

Opperbacco TriplIpa, india pale ale di colore giallo dorato e dall’aspetto velato (g.a. 7,8%); creata nel 2009. Stando al nome, vorrebbe essere l’unione di due stili ai quali si ispira: la tripel belga, per lievito e malti, e la IPA, per la pesante luppolizzazione, anche a secco. Dal risultato però, l’unione non sembra perfettamente riuscita. Se infatti, all’olfatto, riscontriamo il dominio assoluto del rampicante, profuso in sei varietà; al palato, sembra aver la meglio il cereale. Viene, comunque, utilizzata anche una minima percentuale di frumento. La carbonazione ha una media consistenza; la schiuma ocra, abbondante, densa, cremosa, ostenta un’apprezzabile durata. Il bouquet olfattivo possiede un’elegante finezza; l’intensità elevata è conferita da profumi floreali, agrumati, speziati, nonché di frutta tropicale, lievito belga, zucchero candito. Il corpo medio presenta una trama leggermente grassa e appiccicosa. Nel gusto, l’esposiva luppolizzazione che ha stordito il naso risale subito in cattedra; deve però pian piano cedere il campo alla delicata quanto piacevole dolcezza dei malti. L’equilibrio non va certo a farsi benedire; ma non possiamo, ugualmente, asserire di aver riscontrato quella fusione tipologica che era nelle intenzioni del birraio. Il finale si presenta in una buona secchezza che ripulisce il palato; e qui avviene un vero scontro fra le note imperiose del rampicante e l’accattivante dolcezza del cereale. L’esito rimane incerto fino all’arrivo del retrolfatto il quale, nella sua lunga persistenza, trova il modo per dirimere la controversia, con calde suggestioni alcoliche e speziate che avvolgono, fondono a meraviglia, amarore e amabilità.

Opperbacco TriplIpa Special Edition, è la versione, con la stessa gradazione alcolica, della Opperbacco TriplIpa più pesantemente luppolizzata e imbottigliata con luppolo fresco. In questa Special Edition l’amaro passa da 55 a 85 IBU, ma non pregiudica la facilità di bevuta.

Opperbacco Tripping Flowers, saison di colore oro con riflessi aranciati e dall’aspetto torbido (g.a. 6,1%); nata nel 2010. Il nome, che vuol dire “fiori viaggianti” è quello di una rock band abruzzese. Un riferimento, che non si limita a omaggiare il gruppo musicale. Nella produzione della birra, a quelli interi di luppolo, vengono aggiunti fiori di mandorlo, girasole, rosa, primula, viola, rapa selvatica: qualsiasi fioritura primaverale insomma recuperabile nei dintorni del birrificio. E l’insieme di questi fiori, a dire del birraio, crea “una danza sopra il mosto”. Non sono ovvero “fiori viaggianti” durante la bollitura? Attenzione però! I fiori possono anche non essere gli stessi per ogni lotto, in quanto vengono raccolti quelli che ci sono. Di conseguenza, cambiano anche i profumi. Ma, a parte questi aromi variegati, la ricetta prevede l’utilizzo fisso di quattro tipi di malto, sei varietà di luppolo europeo e fiocchi di frumento. Vengono infine utilizzati lieviti di alta fermentazione a una temperatura di 15 °C. Una birra, tirando le somme, di non facile classicifazione, come riconosce il suo “creatore” stesso. La carbonazione è piuttosto bassa; la schiuma bianca che si forma, sottile, cremosa, tenace. Al naso, i profumi floreali, non certo esplosivi, sono affiancati da sentori, ugualmente non protervi ma avvolti nella dolcezza del malto, di erbe, agrumi, frutta. Il corpo medio tende al sottile, in una consistenza acquosa e anche un po’ appiccicosa. Il gusto propone subito l’abboccato del malto e della mela rossa matura, passa quindi a un amarognolo agrumato per chiudere la corsa di media durata tra decise note amare di erbe officinali. Il finale, abbastanza secco, ripulente e fortemente aromatico, introduce un corto retrolfatto a evocazione amaricante della scorza di pompelmo.

Opperbacco Eipiei, american pale ale color rame con striature dorate e dall’aspetto velato (g.a. 6,3%); creazione del 2011. Utilizza cinque tipi di malto, sei varietà di luppolo americano (alcune di esse anche in dry hopping), lievito secco Nottingham e una minima percentuale di fiocchi di frumento. Con una carbonazione moderata, la schiuma biancastra emerge compatta, cremosa, stabile e aderente. Al naso, salgono subito in cattedra gli agrumi, seguiti, a formare un’autentica “sinfonia” aromatica, da sentori floreali, erbacei, di malto, frutta tropicale, caramello, aghi di pino, zucchero candito. Il corpo, medio-pieno, ha una consistenza leggermente oleosa. Nel sapore, si avverte distintamente la presenza dei fiocchi di avena che, con la loro morbidezza, attenuano l’amaro resinoso dei luppoli facilitando il piacevole equilibrio con la dolcezza iniziale del malto caramellato. Nel finale il rampicante tende a prevaricare, insufficientemente arginato dal cereale, e l’equilibrio subisce una certa incrinatura. Ma è questione di poco, perché l’amarore ritorna nei ranghi e la lunga persistenza retrolfattiva ha tutto il tempo per conferie alle proprie impressioni la piacevolezza già donata dal gusto.

Collaborazioni

Opperbaccoo Birra del Borgo 6sonIPA, saison di colore oro carico con riflessi aranciati e dall’aspetto opaco (g.a. 7,1%). Una collaborazione con Birra del Borgo che vuol essere il punto d’incontro fra una saison e una IPA, avvicinandosi però di più alla prima tipologia. La ricetta prevede l’utilizzo di sei varietà di luppolo, nonché l’aggiunta di fiocchi di frumento, vaniglia e cannella. Con una carbonazione media, la schiuma ocra si rivela ricca, minuta, cremosa e di buona persistenza. L’olfatto è piuttosto complesso, e passa con disinvoltura dal dolce (polpa di frutta, miele d’acacia) all’asprezza degli agrumi e allo speziato (lievito, pepe bianco e nero). Il corpo medio ha una consistenza oleosa un po’ untuosa. Nel gusto, il moderato imbocco dolce non dura più di tanto, bruscamente travolto dall’ondata di aspro amarore che sfocia in una leggera quanto rinfrescante acidità. La secchezza detergente del finale prelude a un lungo, intenso, retrolfatto vegetale amaro.

Opperbacco/Dada/Foglie d’Erba Overdose, imperial IPA color rame e dall’aspetto oscillante tra il nebuloso e il torbido (g.a. 9,2%). Una collaborazione con i birrifici Dada e Foglie d’Erba. Overdose sta a indicare la pesantissima luppolizzazione, anche a secco, che porta il numero di IBU a 409, probabilmente il più alto nel nostro Paese. Con una carbonazione molto alta, la schiuma, di un bianco sporco, trabocca ricchissima, minuta, densa, cremosa, di lunga durata. L’aroma non è certo improvviso e intenso, diciamo pure “pirotecnico”, come ci si aspetterebbe da una vera “carica esplosiva”, con tante varietà di luppolo a lavoro; si apre invece lentamente, con tenuità, deliziando con la freschezza, la pulizia, l’eleganza dei suoi elementi, prima agrumi, poi frutta tropicale. Il corpo, da medio a pieno, presenta una delicata trama oleosa. Il gusto, all’impatto dolciastro di malto biscotto, passa in fretta a note amare, agrumate e vegetali, erbacee e resinose, con venature fortemente balsamiche che imbrigliano abilmente lo scalpitante etanolo. Le stesse sensazioni, addirittura accentuate, compaiono nella lunga persistenza del retrolfatto, dopo la sfuriata dell’alcol nel concitato finale all’insegna di un luppolo sottilmente speziato.

Opperbacco Imperial Deep Underground, imperial stout di colore praticamente nero impenetrabile (g.a. 9,5%); realizzata in collaborazione con gli homebrewer Matteo (“Lumbe”) e Loreto Lamolinara. La ricetta prevede tre tipi di malto scuro e altrettanti di chiaro, due varietà di luppolo da amaro e una da aroma, fiocchi di avena e, a fine bollitura, caffè (che viene macinato nel birrificio) e liquirizia in polvere. La carbonazione è bassa; la schiuma moka, fine e compatta, durevole e aderente. Caratterizzano riccamente l’olfatto, subito, caffè e liquirizia; a seguire, senza soluzione di continuità, frutta dolce, tropicale e di bosco, malto tostato, catrame, pane scuro, legno, luppolo resinoso, zucchero bruciato. Il corpo oscilla tra il medio e il pieno, in una consistenza alquanto cremosa. Il gusto defluisce morbido, quasi vellutato, barcamenandosi abilmente tra la dolcezza del cereale e l’amarore del rampicante. Solo nel frenetico finale il luppolo sale protervo in cattedra, senza il minimo cedimento, nemmeno nella lunga persistenza retrolfattiva, dove convive armoniosamente con suggestioni balsamiche, vegetali e resinose.

Sito web: opperbacco.it (da cui provengono anche le foto su questa pagina)

Antonio Mennella

Antonio Mennella

Nato il primo gennaio 1943 a Lauro (AV) e residente a Livorno. Laureato in giurisprudenza, è stato Direttore Tributario delle Dogane di Fortezza (BZ), Livorno, Pisa, Prato. PUBBLICAZIONI Confessioni di un figlio dell'uomo - romanzo - 1975; San Valentino - poemetto classico - 1975; Gea - romanzo - 1980; Il fratello del ministro - commedia - 1980; Don Fabrizio Gerbino - dramma - 1980; Umane inquetudini - poesie classiche e moderne - 1982; Gigi il Testone - romanzo per ragazzi - 1982; Il figlioccio - commedia - 1982; Memoriale di uno psicopatico sessuale - romanzo per adulti - 1983; La famiglia Limone, commedia - 1983; Gli anemoni di primavera - dramma - 1983; Giocatore d’azzardo - commedia - 1984; Fiordaliso - dramma - 1984; Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana - 1989; L'Italia oggi - pronunzia corretta dei Comuni italiani e nomi dei loro abitanti - 2012; Manuale di ortografia e pronunzia della lingua italiana - in due volumi - 2014; I termini tecnico-scientifici derivati da nomi propri - 2014; I nomi comuni derivati da nomi propri - 2015. BIRRA La birra, 2010; Guida alla birra, 2011; Conoscere la birra, 2013; Il mondo della birra, 2016; La birra nel mondo, Volume I, A-B - 2016; La birra nel mondo, Volume II, C-K -2018; La birra nel mondo, Volume III, L-Q - 2019; La birra nel mondo, Volume IV, R-T - 2020; La birra nel mondo, Volume V, U-Z - 2021. Ha collaborato a lungo con le riviste Degusta e Industrie delle Bevande sull'origine e la produzione della birra nel mondo.