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Trappiste (Birre –)

Le trappiste costituiscono la categoria più famosa e tipica delle strong ale belghe e olandesi. Elaborate in base ad antiche ricette con rifermentazione in bottiglia costante, si presentano di colore chiaro, ambrato o scuro; e con gradazione alcolica compresa tra il 6 e il 12%. Si tratta di prodotti dal gran carattere, di straordinaria intensità olfattiva e altrettanta ricchezza di gusto.

Attenzione però! La denominazione “trappista” non identifica uno stile, bensì un modus operandi, ovvero il rigido metodo di produzione. Cerchiamo dunque di chiarirci bene le idee.

Nel 1997 dalle abbazie trappiste Chimay, Orval, Rochefort, Westmalle, Westvleteren, Achelse Kluis (belghe), Koningshoeven (olandese) e Mariawald (tedesca, l’unica a non produrre birra) fondarono a Vleteren, in Belgio,  l’Associazione Internazione Trappista (AIT), allo scopo di prevenire l’uso improprio del marchio trappista da parte di compagnie commerciali non autorizzate.

Fu quindi creato il marchio figurativo collettivo Authentic Trappist Product (logo ATP), che garantisce al consumatore la provenienza dei prodotti trappisti (fino a oggi sono stati presi in considerazione solo liquori, birra e formaggio) ottenuti nel rispetto di precisi criteri di produzione.

Logo "Authentic Trappist Product"
Logo “Authentic Trappist Product”

Quali sono le tre regole dei prodotti trappisti?

Quanto alla birra 1) la sua produzione deve avvenire all’interno di un monastero trappista; 2) a opera dei monaci o quantomeno sotto la loro supervisione. 3) è escluso ogni scopo di lucro, i proventi derivanti dalla vendita devono essere destinati al sostentamento dei monaci e alle ristrutturazioni del monastero. Ciò che resta andrà in opere di carità.

Solo i membri dell’Associazione Internazionale Trappista possono ottenere il marchio Authentic Trappist Product. Dei 176 monasteri trappisti sparsi nel mondo, attualmente sono membri effettivi dell’AIT solo 20: 11 belgi, 3 olandesi, 1 tedesco, 1 austriaco, 1 francese, 1 statunitense, 1 italiano e 1 spagnolo.

Per ottenere tale marchio, bisogna fare domanda al Consiglio di Amministrazione dell’AIT. Si apre così la lunga procedura di valutazione, che comprende il controllo delle condizioni di produzione e di qualità, nonché la degustazione del prodotto interessato. La licenza infine ATP viene concessa per cinque anni, periodo in cui il monastero beneficiario è obbligato a rispettare le regole imposte dall’AIT.

Fino al 2011 erano autorizzate a produrre birra con il logo Authentic Trappist Product solo 7 abbazie (Chimay, Orval, Rochefort, Westmalle, Westvleteren, Achelse Kluis, in Belgio e in Olanda, Koningshoeven). Poi si sono aggiunte l’austriaca Stift Engelszell (2012), l’olandese Maria Toevlucht (giugno 2013), la statunitense St. Joseph’s Abbey of Spencer (ottobre 2013), la romana Abbazia delle Tre Fontane (2015). Quindi a oggi sono 14 le abbazie che producono birra trappista (dato aggiornato a settembre 2020). Tuttavia questo dato – chi diventa trappista, chi smette di esserlo, chi ritorna in gioco…– è piuttosto variabile e consiglio di controllare se pre la situazione aggiornata sul sito dell’Associazione Internazionale Trappista.

I frati di Westmalle infine hanno diffuso la consuetudine di operare, in base alla gravità originale del mosto, la distinzione tra le birre trappiste coi termini: enkel o single (“singola”), la birra semplice, in genere bevuta dai monaci; double, dubbel o doppel (“doppia”), scura e di media gradazione, con notevole presenza di malto, ma non certo doppia; triple, tripel o trippel (“tripla”), chiara, luppolizzata e più forte.

In generale le birre trappiste sono piuttosto comunie possono essere trovate facilmente sugli scaffali della GDO.

Biglietto di Pinta Medicea in ciotola con orzo maltato

Pinta Medicea

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