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BeerAttraction 2017: i numeri e il giro di degustazioni delle birre in fiera

Parlare di BeerAttraction è sempre difficile perché scatta il paragone infelice con i vecchi Pianeta Birra che tutti noi appassionati ricordiamo con la nostalgia dei bei tempi andati. BeerAttraction arriva dopo gli “anni bui” (in cui il salone riminese era effettivamente decaduto perdendo tanti fedelissimi) e gradualmente ha preso una nuova direzione, riuscendo in pochi anni a diventare una fiera imprescindibile della birra artigianale e non solo.

BeerAttraction è una fiera di settore dedicata a tutti gli aspetti della birra, dalle materie prime all’impantistica, dalle birre al merchandising, ecc. Qui si ritrovano operatori, produttori, e anche gli appassionati. L’edizione 2017 che si è conclusa martedì scorso, ha registrato numeri molto alti: oltre 20000 visitatori per 430 espositori, una novantina di eventi collaterali tra cui la 12° edizione del concorso Birra dell’Anno di Unionbirrai (che ha registrato numeri da record), e dulcis in fundo una selezione di birrifici espositori davvero notevole.

Ciascun birrificio aveva le sue birre in degustazione, alcuni hanno schierato una sfilza di spine come in un pub di alto livello. Dopo le degustazioni per Birra dell’Anno ho fatto un giro di assaggi anche in fiera, saltando i birrifici che bevo più spesso come Toccalmatto, Brùton, Canediguerra, Rurale, ecc. e cercando invece di assaggiare le novità e le birre per me difficili da trovare.

Le birre degustate a BeerAttraction 2017

Alcune delle birre che ho apprezzato di più.

Lo stand di Birra del Forte (foto di Marco Tripisciano)

La birra con cui ho aperto la mattinata è stata la Colle Sud, una session ipa freschissima, ultima nata del Birrificio del Forte (birrificiodelforte.it). Aromatizzata con luppoli “pacifici” e pepe nepalese, è caratterizzata da un ricco bouquet aromatico fruttato, agrumato, con lievissime note di ginepro. Il sorso, dominato dalla freschezza dei sentori agrumati e di bacca, lascia la bocca pulita.

Al birrificio maltese Lord Chambray (lord-chambray.com) ho assaggiato la nuova Winter Ale, di nome e di fatto, prodotta con un miele locale e radice di galanga (mi dicono simile allo zenzero). Con un colore ambrato virante al marrone, è una birra da divano, con un naso pepato, dominato da un corpo morbido e da sentori dolci che accompagnano tutta la sorsata, regalando note di tofee, caramello, mou, lieve liquirizia. Sul finale ritroviamo la speziatura pepata dell’inizio che ci accompagna verso una chiusura in pulizia.

Per puro caso ho trovato lo stand del Birrificio Free Lions (freelionsbeer.com) dell’amico Andrea Fralleoni. Stava nascosto nel padiglione accanto, assieme a pochi altri “sfortunati” birrifici, sistemati per oscuri motivi lontano dal clou di BeerAttraction. Andrea mi ha fatto assaggiare la sua più Trentanove, una blanche bella corroborante, con un aroma di agrumi, coriandolo e bergamotto. Una birra in stile, dal basso grado alcolico, carbonazione vivace e godibili lievi note citriche, in cui predominano la freschezza e la bevibilità.

Al birrificio biellese Beer In (birrificiobeerin.it) ho apprezzato la RataVuloira, una rauchbeer delicata, dai sentori di scamorza affumicata che la caratterizzano con eleganza lungo il suo percorso, assieme alle note di rabarbaro e tostate.

Roberto Giannarelli (foto di Marco Tripisciano)

Allo stand de La Petrognola (lapetrognola.com) ho bevuto, dopo tanto tempo, l’ottima 100% farro. Il birraio è Roberto Giannarelli, uno tra i birrai storici del movimento artigianale italiano, specializzato nel brassaggio con il farro della Garfagnana dove ha sede il birrificio. La 100% farro, come dice il nome, è una birra prodotta senza orzo, ma soltanto usando farro maltato. Il risultato è una birra estiva, leggerissima. Diversa da tutte le altre “chiare”, ha un amaro contenuto e un naso delicato che inizia con note lievi agrumate che fanno da preludio alla freschezza del sorso. Il corpo è esile con un finale discreto. Buona, estiva, particolare, indicata a chi non ama le birre troppo amare, ottimo esempio di birra toscana legata al territorio di produzione.

Dopo tanta delicatezza ho assaggiato una birra dal gusto più deciso: Mutta Affumiada del Birrificio di Cagliari (ilbirrificiodicagliari.com). Fatta con bacche di mirto, in cui l’aroma affumicato, che ricorda quello del würstel, si sposa perfettamente con i tannini del mirto. Il finale è profumato e appagante.

Donato di Palma (foto di Marco Tripisciano)

Poi mi sono spostata al Birrificio Birranova (birranova.it), dove Donato di Palma mi ha fatto provare la sua nuova Magic Key, una ottima ipa al mandarino che ha meritatamente vinto un premio a Birra dell’Anno nella categoria 25 delle birre alla frutta. Luppolatura da aroma americana, il cui agrumato si abbina benissimo con quello del succo di mandarino. Il mandarino caratterizza questa birra in ogni suo aspetto e ne ammorbidisce il corpo e il gusto. Il risultato è una ipa leggera ed elegante, freschissima, con un amaro gradevole e aggraziato, ma allo stesso tempo di carattere.

Poi c’è stata la sosta dal grandissimo Gino Perissutti di Foglie d’Erba (birrificiofogliederba.it), dove ho gustato una Babèl spaziale, pale ale che è pura goduria. Una birra incredibilmente beverina ed elegante, con un bouquet aromatico ricchissimo ma allo stesso tempo composto e pulito. Bilanciatissima in ogni sua componente, in cui l’uso sapiente dei luppoli aromatici fa la differenza (mi è venuta voglia di una Babèl solo a scrivere questa frase).

Agostino Arioli di spalle (foto di Marco Tripisciano)

Esperimento interessante è la ipa brettata del Birrificio Italiano (birrificio.it). Si chiama Bang Bretta ed è una ipa passata in botte e successivamente brettata.
Le note rustiche della brettatura sono incorniciate da un profumo fruttato gentile, che dà ordine a questo bouquet affascinante e complesso ma che allo stesso tempo invoglia al sorso successivo, grazie anche all’amaro esuberante. Particolare, da provare senz’altro.

Birra Argo (foto di Marco Tripisciano)

A conclusione del giro di degustazioni la Terzo Tempo, cream ale del Birrificio Argo (birrificioargo.com), una “cura per la grande sete”. Una birra secca, amara, dissetante, dove ogni sorsata chiama a gran voce la successiva. All’aroma si sentono le note maltate dell’orzo e il floreale (primaverile!). In bocca è freschissima e con una carbonazione ben bilanciata. L’amaro finale, ben gestito ed appagante, lascia la bocca pulita.

Disclaimer foto

Per ciascuna birra degustata avevo fatto una foto, come di abitudine. Purtroppo le foto erano nel cellulare che ho perso/mi è stato rubato in fiera. Tutte le foto nel post sono di Marco Tripisciano di MondoBirra.org che gentilmente mi ha dato il permesso di usarle.

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Francesca Morbidelli

Mi chiamo Francesca Morbidelli, sono tra i fondatori della Pinta Medicea. Dal 2007 scrivo di birra su questo blog e ne gestisco le varie emanazioni social. Sono docente e giudice in concorsi birrari da ben oltre un decennio, e collaboro sia con MoBI che con Unionbirrai. My beer resume (in English). Amministratrice del sito La Pinta Medicea. Contatti: francesca [at] pintamedicea.com - Twitter: @pintamedicea - LinkedIn Francesca Morbidelli.