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L’utilizzo della birra nella pittura danese dell’Ottocento

Analisi dei dipinti della Golden Age danese

L’analisi di dieci dipinti della Golden Age danese ha permesso di identificare le proteine residue nella base dei dipinti, e ricostruire le relazioni tra l’industria della birra e i movimenti artistici coevi.

La Golden Age, o Età dell’Oro, danese abbraccia la prima metà del XIX Secolo ed è stato un periodo eccezionalmente prolifico per l’arte, nonostante le difficoltà economiche e politiche attraversate dal Paese. Durante questo periodo, infatti, la Danimarca fu coinvolta nelle Guerre Napoleoniche, che portarono alla bancarotta e alla perdita di territori durante i negoziati di pace.

Una delle innovazioni della Golden Age danese fu il cambiamento dei temi pittorici. Le scene storiche, che avevano dominato i soggetti fino a quel momento, lasciarono spazio a ritratti, paesaggi e, più in generale, alla vita urbana e rurale. I dipinti scelti per lo studio provengono dalla Statens Museum for Kunst (Museo Nazionale d’Arte) e dalla Royal Danish Academy (Accademia Reale Danese di Belle Arti), entrambi a Copenaghen. Sono opere di due dei più famosi protagonisti della Golden Age: Christoffer Wilhelm Eckersberg e il suo allievo Christen Schiellerup Købke.

Alcune delle tele analizzate dallo studio. Fonte: https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.ade7686

La birra e le sue applicazioni nell’arte

I pittori danesi dell’Età dell’Oro utilizzavano materiali come il lievito e vari cereali nelle loro opere. Ad esempio, la colla di farina fermentata e la birra erano impiegate come leganti per gli strati di base delle tele e nei dipinti murali​.

La scoperta di sottoprodotti della birrificazione in dipinti di quel periodo è significativa per comprendere le applicazioni dell’industria della birra in ambiti così importanti della società e della cultura danesi. Nello specifico, si tratta di tracce di cereali e proteine dei lieviti derivanti dalla lavorazione della birra.

Nella Copenaghen preindustriale, i birrai erano obbligati per legge a cedere i sottoprodotti della lavorazione ai fornai cittadini. Tuttavia, tutto ciò che avanzava, poteva essere venduto come mangime per animali e, in alcuni casi, acquistato dall’Accademia per essere utilizzato come materiale artistico per realizzare l’imprimitura delle tele.

L’orzo, il cereale più usato nella birrificazione, è stato trovato in sei dei sette dipinti dello studio, in cui sono state identificate proteine di cereali. Nella Danimarca preindustriale, per fare la birra, si usavano anche frumento e grano saraceno.

 

L’impatto della birra sull’arte del XIX secolo

Il materiale trovato nei dipinti è strettamente collegato alla birrificazione e in alcuni casi anche alla produzione di acquavite. La birra era la bevanda più diffusa del XIX secolo in Danimarca, anche perché era considerata una bevanda “sicura” da bere.

Oltre alle imprimiture, la birra era utilizzata in ambito artistico per la pulizia e il restauro dei dipinti. Esiste addirittura un “Metodo Guizzardi” che prevede di dare al quadro un paio di mani di birra o di colletta per chiudere i fori e le fessure, impedendo all’alcol di essere assorbito.

L’uso dei sottoprodotti della birrificazione nella preparazione delle tele è un esempio di come l’industria della birra abbia influenzato l’arte danese del XIX secolo. Questo studio non solo arricchisce la nostra comprensione delle tecniche artistiche dell’epoca, ma evidenzia anche l’importanza della birra nella vita quotidiana e culturale della Danimarca preindustriale.

Fonti

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Francesca Morbidelli

Mi chiamo Francesca Morbidelli, sono tra i fondatori della Pinta Medicea. Dal 2007 scrivo di birra su questo blog e ne gestisco le varie emanazioni social. Sono docente e giudice in concorsi birrari da ben oltre un decennio, e collaboro sia con MoBI che con Unionbirrai. My beer resume (in English). Amministratrice del sito La Pinta Medicea. Contatti: francesca [at] pintamedicea.com - Twitter: @pintamedicea - LinkedIn Francesca Morbidelli.

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