Birra artigianale italiana: confermati i tagli fiscali e all’accisa dal decreto Milleproroghe
Con l’approvazione al Senato del Decreto Milleproroghe vengono confermati i tagli fiscali che erano stati introdotti nel 2022 e viene anche ritoccata al ribasso l’accisa della birra: si passa da 2,99 a 2,27 euro per ettolitro e grado plato.
Il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, On. Lollobrigida, è soddisfatto degli 8,5 milioni di euro stanziati per il 2023 e parla di “messa in sicurezza” del comparto brassicolo italiano che ancora una volta stava navigando in acque poco tranquille tra crisi, pandemia, aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, della siccità e pure i ritardi dei contributi di aiuto post covid del 2020.
Anche Coldiretti festeggia l’emendamento ribattezzato “salva birra”, un risultato che non era affatto scontato se consideriamo che poche settimane fa il tema era rimasto fuori dalla Legge di Bilancio, lasciando i piccoli birrifici e in generale gli operatori del comparto nello sconcerto.
È bene ricordare che il settore della birra in Italia vale nel complesso 9,5 miliardi di euro, coinvolgendo circa 850 tra piccole, medie e grandi aziende. L’intera filiera “dal campo alla tavola” genera a livello nazionale circa 140mila posti di lavoro compreso l’indotto, e negli ultimi 4 anni ben 250 milioni di investimenti.
Il commento del Presidente di AssoBirra, Alfredo Pratolongo, è su questa linea: «A nome di AssoBirra desidero esprimere un sincero ringraziamento al Governo e ai partiti di maggioranza che hanno compiuto lo sforzo per rimediare in parte alla situazione che si era venuta a creare con la Legge di Bilancio».
Pratolongo continua ricordando l’anomalia tutta italiana che rende questi sgravi fiscali fondamentali non solo per la sopravvivenza ma anche per la competitività della birra made in Italy: «La birra in Italia è una bevanda da pasto ed è l’unica bevanda da pasto gravata da accise, un’anomalia che pesa su tutti, produttori, distributori e consumatori. Ridurre la pressione fiscale specifica per la birra contribuisce anche a promuovere e difendere il comparto birrario italiano rispetto al contesto internazionale, nel quale molti dei principali produttori – Germania e Spagna ad esempio – godono di un livello di accise anche 4 volte inferiore al nostro, che quindi favorisce la competitività delle aziende ivi locate e l’importazione di birra in Italia, che da anni infatti supera ampiamente il 30%”.»