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Nel dubbio scegli il Belgio: le birre passe-partout

Disclaimer. Questo articolo è dedicato a chi non conosce le birre artigianali e vuole iniziare a muovere i primissimi passi in questo mondo.

Nel dubbio scegli il Belgio

“Nel dubbio scegli il Belgio”. Ho ricevuto questo consiglio molti anni fa, durante uno dei tanti corsi sulla birra a cui partecipavo ogni volta che ne avevo l’occasione.

Una ventina di anni fa, il mondo della birra artigianale era molto diverso: agli albori, si faceva fatica a mettere a fuoco birrai ed etichette. I microbirrifici erano poche decine in tutta Italia, e ricordarli non era l’impresa impossibile che è oggi.

C’erano pochi birrifici, ma l’interesse cresceva. Un discreto numero di persone contattava Pinta Medicea per chiedere consigli su quali birre artigianali acquistare e dove trovarle: due cose per nulla scontate all’epoca.

Tra chi ci contattava, c’erano gestori di locali in cerca di dritte sulla “novità birra artigianale” e spesso desiderosi di ottenere una carta delle birre originale (e gratuita!) da proporre ai clienti. Altri ci scrivevano raccontando di etichette che non li avevano soddisfatti o che avevano trovato eccessivamente care. Le lamentele sui prezzi le ricordo con fastidio, sembrava che il mercato dipendesse da Pinta Medicea che, per inciso, ha sempre lavorato “alla maniera trappista”, ovvero senza scopo di lucro e facendo tutto in associazione.

Spesso, però, ci scrivevano persone in cerca di consigli su quali birre acquistare nella grande distribuzione, senza rischiare portarsi a casa robe immonde pagate a peso d’oro che all’epoca erano piuttosto frequenti, molto più di quanto accada oggi. Ripeto, per evitare polemiche: molti anni fa.

I supermercati cominciavano ad ampliare la loro offerta birraria: la birra artigianale faceva capolino sugli scaffali, accanto a etichette straniere e birre meno pregiate. Come orientarsi, allora, in mezzo a un’offerta così varia?

Scegli il Belgio: è il consiglio che continuo a dare anche oggi, quando qualcuno mi chiede cosa valga la pena acquistare al supermercato per assaggiare qualcosa di diverso dalle solite lager commerciali. Lo do sempre con la speranza che scocchi la scintilla e che quella persona cominci a esplorare con curiosità, magari uscendo dalla grande distribuzione per visitare un beershop, farsi guidare da un esperto e scoprire birre particolari, meglio se artigianali italiane.

Il fai da te in solitudine, buttando nel carrello l’etichetta che ci ispira di più, non è, secondo me, la soluzione ideale per entrare in questo mondo socialissimo. Tuttavia, può essere – e spesso lo è – il primo passo, il momento in cui si accende la passione per la birra artigianale.

Ma perché proprio il Belgio?

Nel libro di Randy Mosher Tasting Beers ho ritrovato lo stesso suggerimento:

 

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Un post condiviso da Pinta Medicea (@birraitaliana) in data:

«Quando sei in dubbio, scegli il Belgio. Se stai andando a cena da amici e hai bisogno di una birra da portare che possa andare bene quasi con tutto, ti suggerisco una birra in stile belga, in particolare una dubbel o tripel d’abbazia. Queste birre hanno abbastanza corpo per sostenere più o meno qualsiasi cibo e non hanno né malti né luppoli aggressivi che uccidono il sapore del piatto. Inoltre le bottiglie da 0,75 l. fanno una bella figura.
Ricorda che questi sono solo suggerimenti, non regole assolute. Gli abbinamenti birra/gastronomia si fondano su creatività e sperimentazione. Ti auguriamo di affrontare il tuo viaggio tra birra e cibo con questo spirito.»

Un ottimo rapporto qualità-prezzo

Le etichette belghe disponibili nella grande distribuzione offrono un ottimo rapporto qualità-prezzo e garantiscono un prodotto di qualità.

Il passo successivo, a mio avviso, è cercare nei beershop oppure online birre artigianali italiane che interpretano la tradizione birraria belga con ottimi prodotti e autentiche chicche di livello. L’ulteriore passo successivo potrebbe essere visitare un pub indipendente, un birrificio locale o una rivendita di birre di qualità.

A questo punto: benvenuto nel tunnel della birra artigianale!

Dubbel e Tripel: le birre passepartout

Randy Mosher definisce le birre passepartout riferendosi agli stili Dubbel e Tripel. (Personalmente, includo anche la Blanche de Namur: facile da trovare nella grande distribuzione, perfetta per le stagioni calde e ideale con cibi leggeri.)

In generale, le Dubbel e Tripel sono birre della tradizione belga, facili da abbinare al cibo e molto piacevoli da bere. Si tratta di birre strutturate, che offrono una sensazione di pienezza al palato, pur mantenendo un profilo luppolato e maltato equilibrato, privo di note invadenti.

Birre Dubbel e Tripel: le differenze

La Dubbel è una birra scura d’abbazia, caratterizzata da un bouquet ricco e variegato. Presenta sentori di cioccolato e frutta secca, ben amalgamati alle note maltate.

La Tripel è una golden ale belga introdotta dai monaci di Westmalle a metà del secolo scorso. È rifermentata in bottiglia, molto carbonata e caratterizzata da un aroma e un sapore maltato e rotondo, con una secchezza finale particolarmente appagante. L’etichetta Westmalle è facilmente reperibile sugli scaffali dei supermercati ed è prodotta da uno dei pochi birrifici trappisti al mondo.

 

Bicchiere di birra belga

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Francesca Morbidelli

Mi chiamo Francesca Morbidelli, sono tra i fondatori della Pinta Medicea. Dal 2007 scrivo di birra su questo blog e ne gestisco le varie emanazioni social. Sono docente e giudice in concorsi birrari da ben oltre un decennio, e collaboro sia con MoBI che con Unionbirrai. My beer resume (in English). Amministratrice del sito La Pinta Medicea. Contatti: francesca [at] pintamedicea.com - Twitter: @pintamedicea - LinkedIn Francesca Morbidelli.