Le Birre d’Italia la guida dell’Espresso – recensione
Ho avuto per le mani questo libro durante tutta l’estate e pigramente non mi ero decisa a recensirlo, nonostante non perdessi occasione di sfogliarlo. La guida Le Birre d’Italia de L’Espresso è una lettura esauriente per iniziare un percorso di conoscenza della birra italiana e per soddisfare qualche curiosità.
Un volume di 383 pagine che si divide in due parti principali.
La prima contiene capitoletti brevi ma esaustivi che danno una panoramica sul mondo della birra. Si comincia dalla storia, passando in rassegna gli ingredienti, le loro caratteristiche organolettiche e la produzione in birrificio. C’è un ampio spazio dedicato agli stili e alla degustazione. Molto carina la sezione sull’homebrewing, a cura di Birramia, dove molto semplicemente si spiega come si fa la birra a casa usando le pentole e il fermentatore di plastica.
La guida contiene anche tante schede di approfondimento sui singoli argomenti. Interessante, per esempio, quella sull’incontro tra birra e legno, The Art of Oak, scritta da Eric Ponce responsabile del “Barrell Program” al birrificio californiano Firestone Walker Brewing Co.
—Leggi anche La sottile alchimia dell’invecchiamento in botte
Oppure la scheda sul lambic scritta da Karel Boon, mastro birraio delle Brouwerij Boon di Leembek. Le schede sono dotate di qr code che rimanda al sito di Quality Beer Accademy, tra i promotori della guida.
Mi è piaciuta la sezione sugli abbinamenti, c’è uno schema molto chiaro in cui stili e cibi sono abbinati per affinità, contrasto, tradizione e coi formaggi che si sa, sono la morte della birra e fanno gruppo a sé. Ma le infografiche sono tante e piuttosto esaurienti, come quella sui colori:
Di tanto in tanto, una scheda con la ricetta di un piatto cucinato con la birra. Sono ricette molto elaborate ideate e presentate dagli chef blasonati che collaborano con le guide ai ristoranti della collana.
Vorrei sottolineare come le guide de L’Espresso abbiano iniziato a includere la presenza di carte della birra significative, in particolare nei locali recensiti dalla guida “Ristoranti d’Italia” già dalla metà degli Anni Duemila (sto andando a memoria). A mio avviso, dimostra l’aver recepito correttamente l’esplosione di interesse che si è avuta intorno alla birra e ai suoi abbinamenti con pietanze, anche della nostra tradizione culinaria e della ristorazione più ricercata, fin dai primi Duemila.
I birrifici
Nella seconda parte si arriva all’oggetto principale de Le Birre d’Italia: i birrifici italiani. All’incirca 270 aziende, suddivise per regione. Ciascuna regione ha un capitoletto introduttivo dove si trovano le informazioni principali. Alcuni birrifici, poi, trovano molto spazio, altri invece solo un trafiletto. Andrea Turco di Cronachedibirra, tra gli autori, spiega i criteri di selezione e ordinamento di quelli che definisce “i migliori birrifici e microbirrifici indipendenti artigianali d’Italia” (p.120).
Il criterio principale è — ovviamente — la qualità del prodotto, che deve essere rilevata alla degustazione e rimanere costante nel tempo, a cui s’aggiunge l’attenzione alle materie prime, l’etichettatura completa, e la cura generale del lavoro del birrificio. Un occhio di riguardo è stato dato a quei birrifici che contribuiscono allo sviluppo delle filiere agricole nazionali per la coltivazione di materie prime a uso brassicolo. Costituiscono altri fattori di peso l’uso di materie prime locali e la connessione al territorio, anche attrverso sinergie di tipo turistico con le altre realtà di zona.
Ciascuna scheda racconta più o meno brevemente il birrificio, lo inquadra nell’orizzonte birrario italiano e, le schede più estese, riportano l’analisi di una birra. Forse la miglior cura per chi soffre di cenosillicafobia!
Una bella guida, consigliata a chi desideri farsi una carrellata sul mondo brassicolo italiano contemporaneo, magari in vista di qualche viaggio.
Puoi comprare la Guida dell’Espresso Le birre d’Italia a questo link così contribuisci a sostenere Pinta Medicea (scusa, in che senso?)