Birra artigianale: sui social la protesta del settore #noisiamolabirra
I piccoli birrifici indipendenti denunciano nel 2020 il fatturato dimezzato e la cassa integrazione per circa il 70% dei dipendenti. I birrai chiedono la riapertura dei locali anche nelle ore serali per dare un po’ di respiro al mercato. Pub e ristoranti, infatti, sono il principale canale di mercato della birra artigianale.
Una protesta virtuale che si esprime sui social dove sta circolando anche il bel video di UnionBirrai in cui vediamo alternarsi tante facce note — ❤️ — che ci raccontano le difficoltà del settore a seguito del covid e la voglia di ricominciare a lavorare senza le restrizioni imposte dalla lotta al virus.
Il video si vede su YouTube a questo link poiché non è stato possibile inglobarlo nella pagina.
Spezza il cuore, perché in questo momento, il mondo della birra artigianale indipendente che amiamo e conosciamo non esiste più. Ed è importante che venga rimesso in piedi al più presto.
Noi siamo la birra, non lasciateci soli è il grido d’aiuto dei birrai indipendenti da cui nasce l’hashtag #noisiamolabirra.
In questa ottica si inserisce l’iniziativa di Unionbirrai per amplificare la volontà dei birrifici di tornare in sala cottura a fare quello che sanno fare meglio: la birra artigianale. Unionbirrai è l’associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, che lavora per la loro tutela e per il settore della birra artigianale italiana.
L’azione di Unionbirrai è ampia e metodica. Da mesi, infatti, si batte per una differenziazione del codice Ateco della produzione di birra artigianale da quella industriale. In questo momento i due settori lo stanno condividendo, circostanza che va a danneggiare la birra artigianale.
L’obiettivo di Unionbirrai è far riconoscere alla birra artigianale lo status di prodotto fresco, con elevata deperibilità e, nella maggior parte dei casi, con una shelf life brevissima, se comparata a quella dei prodotti industriali.