Birra WCesar
Indice dei contenuti
Tratto da La birra nel mondo, Volume V, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
Birra WCesar, Brescia
La prima fabbrica di birra italiana, la Wührer, fondata a Brescia nel 1829, nel 1988 passò alla Peroni. In pratica, l’attività dei Wührer aveva avuto fine nel 1985, con la cessione della maggioranza azionaria dell’azienda alla BSN da parte dei tre figli del “grande” Pietro junior: Francesco, Walter e Cesare.
Nel 2012 Federico Wührer, figlio di Cesare, decise di riprendere e continuare la tradizione brassicola di famiglia proponendo birre artigianali di sua creazione. Aprì quindi, sempre a Brescia, la beer firm (meglio sarebbe parlare di brew firm) WCesar (“Viva Cesare!”), dedicandola a suo padre, morto nel 2010.
La produzione, curata da Emanuele Aimi, proveniente dal Birrificio del Ducato, avviene presso il birrificio La Fenice di Orzinuovi.
Le birre WCesar
Le quattro birre della gamma, eccetto la Pils, subiscono la rifermentazione in bottiglia.
WCesar Pils, pilsner di colore oro chiaro e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 5%). L’effervescenza decisa genera una schiuma bianca generosa e fine, compatta e cremosa, durevole e aderente. Sotto l’egida di un luppolo floreale, l’aroma regala eleganti profumi di malto, pane fresco, lievito, frutta, mais dolce, fieno, erbe appena falciate. Il corpo è leggero, e di consistenza prettamente acquosa. Il gusto si snoda piacevolmente amaro, con blandi spunti polverosi e terrosi, comunque in buon equilibrio con la lieve dolcezza del malto di fondo insufflato di qualche nota di miele d’acacia. Il finale arriva fresco e asciutto, ma non si protrae più di tanto. Lo sfuggente retrolfatto esala acri suggestioni di scorza d’agrume.
WCesar Saison, saison di colore giallo/arancio e dall’aspetto opalescente (g.a. 5%); con utilizzo di malto di frumento, fiocchi di avena e frumento. Almeno nelle intenzioni, richiama in qualche modo la weizen. La carbonazione è sostenuta; la schiuma biancastra, esuberante, a grana media, compatta, pannosa, di ottima persistenza e morbida allacciatura. Gli aromi di lievito e spezie, intensi, quasi pungenti, non soffocano comunque i più tenui sentori di pepe che spirano dal sottofondo. Il corpo medio dispone di una briosa, scorrevole, consistenza acquosa. Un gusto fruttato dall’accento acidulo si snoda a proprio agio donando alla bevuta tutta la propria morbida piacevolezza; mentre un delicato echeggiamento torrefatto rimane in agguato in prossimità del traguardo. Il lungo finale, aspro e pepato, esala una rinfrescante punta di acidità da frumento. Una suggestione di crema di limone impreziosisce la discreta persistenza del retrolfatto.
WCesar Blonde, golden ale di colore dorato e dall’aspetto nebuloso (g.a. 7%); una doppio malto di tutto rispetto. Con una morbida effervescenza, la spuma sbocca, nel colore della panna, generosa, finissima, compatta, cremosa, tenace e aderente. L’aroma si apre pulito e fresco, ricco di frutta ed erbe appena falciate che accolgono generosamente, per poi mischiarsi con loro armonicamente, labili sentori floreali emergenti dal sottofondo. Il corpo medio tende decisamente al leggero, in una consistenza che non scivola proprio nell’acquosità. Il gusto, denso, morbido e amabile di malto, denota, a ondate, note di vaniglia, crosta di pane, miele, caramello, anche polpa d’arancia. Il finale appare piuttosto sbilanciato sulla dolcezza; ma viene presto riportato in equilibrio dal persistente retrolfatto in cui convivono amare sensazioni erbacee e di scorza d’agrumi.
WCesar Red, italian IPA di colore ambrato e dall’aspetto con lieve foschia (g.a. 6%); con abbondante dry hopping. La carbonazione è moderata; la schiuma avorio, ricca, fine, compatta, cremosa, molto persistente. L’aroma, pulito e di buona freschezza, regala soprattutto i profumi del pompelmo, della frutta tropicale (in particolare, mango e frutto della passione), degli aghi di pino con sfumature terrose e di marmellata d’arancia; in sottofondo, sentori di biscotto, caramello e di un gradevole malto. Il corpo medio si presenta nella tipica consistenza a chiazza di petrolio. Biscotto, miele e caramello, con una leggera presenza di agrumi, da una parte e dall’altra, un amaro intenso, resinoso e terroso, nonché delicatamente pepato, combinano un discreto equilibrio gustativo che si concretizza in una singolare pastosità, vigorosa ma elegante. Nel finale subentra una secchezza ripulente che elimina il minimo residuo zuccherino, predisponendo un retrolfatto, non certo di lunga durata, però carico di resina e terra umida.
Pagina Facebook di Birra WCesar.