Microbirrifici italiani: birra Red Jack Brewing (ex birrificio Montelupo Fiorentino)
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Tratto da La birra nel mondo, Volume III, di Antonio Mennella-Meligrana Editore
(Birrificio Montelupo) Sovigliana, Firenze
Montelupo Fiorentino, in provincia di Firenze, è una cittadina che si è sviluppata intorno a un castello medievale. Fin dal secolo XV incrementò una fiorente produzione di ceramiche dipinte. Oggi vanta industrie vetrarie, delle terrecotte e maioliche, calzaturiere, del legno, che, purtroppo, vanno pian piano annegando nella generale crisi economica. È anche famosa, in Italia e all’estero, per il Museo Archeologico e della Ceramica. Ma non è da trascurare l’Ambrogiana, grande villa dai quattro torrioni d’angolo con loggia sovrastante, fatta costruire da Ferdinando I de’ Medici. Un tempo questa villa era un manicomio criminale, che ospitò anche personaggi noti, come Giovanni Passannante e Pietro Acciarito, gli anarchici che attentarono alla vita di Umberto I di Savoia; nonché il bandito sardo Graziano Mesina. Dagli anni ’70 del secolo scorso poi divenne Ospedale Psichiatrico Giudiziario, chiuso nel febbraio del 2017 col passaggio all’Agenzia del Demanio.
Fabrizio Fornai, dopo 20 anni passati a fare il ragioniere e 10 di homebrewing, pensò bene, all’inizio del 2007, di cominciare con l’apertura, nel centro storico della città, di un locale, Birreria Bruegel, per dissetare i tanti turisti, specie tedeschi e inglesi. Nell’estate successiva, installando un piccolo impianto professionale semiatomatico all’interno della birreria, affiancò alle solite birre industriali in bottiglia e alla spina una propria produzione artigianale solo di fermentazione alta e imbottigliata. In meno di un anno le sue “creature” avevano superato i 20 ettolitri, riscuotendo un crescente apprezzamento da parte della critica e dei consumatori. Mentre lupo e monte comparivano in più di un’etichetta, opera del fumettista montelupino Enrico Bertelli.
Nel novembre del 2009, purtroppo, la grave crisi economica portò alla chiusura del microbirrificio. Ma Fabrizio non si arrese: il tempo di riorganizzarsi e, a maggio del 2010, ripartì, nella zona artigianale di Fibbiana, senza più somministrazione, ma con una crescente produzione sia pure soltanto a livello locale. Con il passaggio del sistema di brassaggio “all’inglese” a unico step di ammostamento, con l’utilizzo di materie prime di qualità superiore, con una maggiore manualità nel processo produttivo infatti, il consumatore si avvicinava sempre più consapevolmente a prodotti di qualità provenienti dal proprio territorio.
Nello stesso anno si aggiunsero due soci, Fabio Cotugno, che aveva chiuso la propria vetreria in crisi, e Stefano Cei, impiegato della Coop.
Alla fine del 2013, per una profonda crisi societaria, Fabrizio Fornai lasciò l’azienda, non certo rimanendo con le mani in mano. L’anno successivo apriva infatti un nuovo microbirrificio, Red Jack Brewing (vedi sotto).
Con la partenza del birraio, l’impianto fu venduto, e i due soci superstiti cominciarono a operare da brew firm. Le ricette messe a punto da Fabrizio Fornai, “rivedute e corrette”, venivano adesso realizzate presso altri opifici locali. Presto però, vuoi perché insoddisfatti della qualità, vuoi per i costi di produzione insostenibili, Fabio e Stefano optarono per una birreria della Repubblica Ceca, nei pressi di Praga.
Alla fine del 2017 la brew firm si trasferì a Sovigliana (frazione di Vinci, sempre in provincia di Firenze), e iniziò anche a commercializzare cosmetici alla birra.
Montelupo Castello 1203, dunkel di colore ambrato carico con riflessi rossastri e dall’aspetto torbido (g.a. 4,4%); in precedenza, premium bitter/ESB (g.a. 5%). Il nome è un omaggio al castello fondato nel 1203 dai Fiorentini per fronteggiare i Pistoiesi e i signori del castello di Capraia sulla riva opposta dell’Arno. Con una carbonazione media, la schiuma, di un accattivante color mandorla, sbocca fine, cremosa, di apprezzabile tenuta e aderenza. All’olfatto, la gradevole finezza dona profumi di malto con venature tostate, frutta secca, torba, cioccolato, legno aspro, caramello bruciato: il tutto, in un delicato rivestimento speziato. Il corpo, piuttosto snello, ha una morbida consistenza grassa tendente all’acquosa. Il gusto, blandamente segnato dal malto biscotto, si snoda con un certo orientamente al dolce, tra note di caramello, nocciola, soprattutto fruttate, che, verso la fine del medio percorso, erogano una fresca punta di acidità. Il retrolfatto non dura tanto, il tempo di ripulire il palato con la propria secchezza e prepararlo al sorso successsivo.
Montelupo Luponero, stout di colore marrone scuro, quasi nero, e dall’aspetto impenetrabile (g.a. 4,4%, in precedenza 4,5%). Luponero è l’emblema di Montelupo Fiorentino. Con una carbonazione piuttosto vivace, la schiuma nocciola viene fuori ricca, cremosa, di media durata. L’olfatto mostra una certa complessità, nella sua gradevole finezza: agli intensi profumi di caffè tostato, liquirizia e cioccolato, fanno da pendant, con riguardo ma, insieme, con risoluzione, sentori di lievito, malto torrefatto, nocciola, burro, caramello, frutta scura, caramella mou, luppolo erbaceo, mela acida. Il corpo sottile appare anche troppo acquoso per lo stile. Il gusto ripete le sensazioni avvertite al naso, in un’atmosfera però amara e secca; mentre, in prossimità del traguardo, s’intensifica l’acidità fruttata. Nel finale si levano decise note di erbe aromatiche. A sua volta, il breve retrolfatto dispensa suggestioni di fumo, liquirizia, luppolo piccante.
Montelupo Statale 67, lager di colore dorato carico tendente all’arancio e dall’aspetto velato (g.a. 4,8%); in precedenza, blond ale (g.a. 5%). Ricorda la Tosco-Romagnola (SS 67) che, dalla periferia sud di Pisa, arriva a Marina di Ravenna costeggiando, a Montelupo Fiorentino, il fiume Arno. Con una media effervescenza, la schiuma bianca è piuttosto grossolana, scarsa ed evanescente. L’olfatto si libera alquanto intenso, nei suoi freschi sentori erbacei e agrumati di luppolo, che non rendono comunque la vita difficile ai richiami peraltro remoti di malto, fiori d’arancio, miele d’acacia, lievito, frutta secca. Il corpo, da leggero a medio, presenta una tessitura parecchio acquosa. Il gusto di malto, pulito e granuloso, mostra un deciso orientamento alla dolcezza; ma non arriva a essere squilibrato per il “provvidenziale” intervento di un incisivo luppolo erbaceo amarognolo, non invadente, bensì piacevole. Nel breve finale emerge qualche punta di acidità fruttata. Una suggestione appena percettibile di astringenza rievoca la scorza d’agrume nello sfuggente retrolfatto.
Montelupo Turbone, hefe weizen di colore giallo intenso con riflessi aranciati e dall’aspetto intorbidato dai sedimenti di lievito in sospensione (g.a. 5,4%); in precedenza, wheat ale (g.a. 4,8%). Il Turbone è una località a due chilometri da Montelupo Fiorentino, immersa nei boschi. L’effervescenza decisa genera una ricca spuma bianca, compatta e persistente. L’aroma, piuttosto pungente di frumento, man mano che la birra scende nel bicchiere, cede il campo a sentori di banana, vaniglia, frutta gialla, lievito, agrumi, chiodi di garofano. Il corpo, medio-leggero, ha una consistenza lievemente cremosa. Il gusto, vivace, scorrevole, improntato alla frutta e al frumento, si esalta tra note di fondo che rievocano la dolcezza della banana. Nel corto finale emerge una rinfrescante punta acida donata dal lievito weizen. Il discreto retrolfatto risulta asciutto, pulito, delicatamente speziato. Il produttore consiglia la degustazione con una fetta di limone.
Alla gamma lasciata in eredità da Fornai, si aggiunse poi una nuova linea, denominata Le Birre Reali: RE, scotch ale, color mogano (g.a. 7%); Regina, lager, colore dorato (g.a. 4,8%); Principe, strong ale, colore dorato (g.a. 6%); Conte, lager al tartufo, colore dorato (g.a. 4,8%); Baronessa, lager alla canapa, colore dorato (g.a. 4,8%); Principessa, light lager, colore rosato (g.a. 0,5%).
Red Jack Brewing
Montelupo Fiorentino, Firenze
Microbirrificio della provincia di Firenze, in località Camaioni. Fabrizio Fornai iniziò a produrre presso terzi come beer firm alla fine del 2014, per dotarsi l’anno dopo di un impianto proprio.
Sì, proprio lui, il fondatore del microbirrificio Montelupo (vedi). Nell’aprile del 2018 aggiunse addirittura una birreria, ricostituendo così il complesso che aveva creato nel 2008 nel centro storico di Montelupo Fiorentino appunto. Nuovo quindi l’impianto produttivo, tecniche d’avanguardia, e birre ovviamente nuove, sempre di alta fermentazione e in stili prestigiosi: IPA, bitter, APA, scotch ale, dry stout, spiced, belgian ale.
Red Jack Happy Hour, belgian strong golden ale di colore biondo e dall’aspetto nebuloso (g.a. 7,2%). Con una carbonazione abbastanza sostenuta, la schiuma bianca, sottile, compatta, cremosa, si rivela di eccellente tenuta e sufficiente aderenza al vetro. Malto dolce, lieviti tipicamente belgi, aghi di pino, luppolo agrumato, erbe, terra, frutta più acerba che matura, spezie lievi, allestiscono un bouquet olfattivo di elevata intensità e finezza gradevole. Il corpo medio presenta una tessitura pressoché appiccicosa, comunque di buona scorrevolezza. Le sensazioni del gusto appaiono piacevoli, piene, persistenti: miele e caramello, frutta e agrumi, biscotto e arancia candita, ad apportare dolcezza, e resina, luppolo fiorito ed erbe aromatiche, a equilibrare. Nel finale esplode l’alcol, e riscalda il guazzabuglio che s’è venuto a creare tra le note zuccherine, acide, secche, amare, rimaste appiccicate sulla lingua. E al retrolfatto rimane l’oneroso compito di comporre quella specie di disastro, fortemente voluto, perché emergesse la maestria del birraio nel far passare il bevitore tra stadi contrapposti. L’asso nella manica di Fabrizio Fornai! Ed ecco arrivare spigliate, briose, avvolgenti, sensazioni di freschezza e pulizia, asciutte, speziate, nel profilo di un delizioso amarognolo, col desiderio di appagamento mai appagato a ogni sorso.
Red Jack Hopping Drift, american pale ale di colore ambra con sfumature ramate e dall’aspetto lievemente velato (g.a. 5,2%). Con una carbonazione media, la spuma ocra, sottile, compatta e cremosa, ostenta durata e aderenza. L’olfatto, fresco, pulito e luppolizzato, regala generosamente profumi di agrumi, frutta tropicale, aghi di pino; intanto che, dal sottofondo, spirano sentori dolciastri di caramello. Il corpo, tra medio e leggero, presenta una consistenza oleosa tendente alla grassa. Il gusto si snoda asciutto e deciso, con piacevole base caramellata dal profilo di luppolo squisitamente agrumato; mentre della nota acida, è incontrovertibilmente responsabile un tocco di frutta acerba che arriva in prossimità del traguardo. E la corsa si esaurisce in un bel finale lungo e amaro, con una piacevolissima suggestione di scorza di pompelmo. Un buon floreale, con richiami di luppolo ed erbe, è quanto sa offrire il corto retrolfatto.
Sito web: redjackbrewing.it