Cronaca di una degustazione di birre alla frutta, passate in botte
Quelli che seguono sono gli appunti di una degustazione avvenuta tempo fa al Grand Cru Firenze in via Giampaolo Orsini e rimasti chissà come nelle bozze di questo blog fino adesso. Una serata organizzata da Francesco Barzanti per assaggiare tre birrifici specializzati nella lavorazione con le botti: Stradaregina, Bionoc’ e Ca’ del Brado.
In tutto abbiamo degustato nove prodotti variegati, frutto di lavorazioni particolari e di scrupolose maturazioni in bottaia. Non sono birre “thirst-quenching”, né economiche, ma se non si conoscono vale la pena provarle almeno una volta. Sono birre dal sorso complesso, in grado di regalare aromi e sapori avvincenti.
Qui le accompagno a poche note di degustazione: è passato già un po’ di tempo e non posso più affidarmi alla memoria per integrarle. Tuttavia penso siano utili per orientarsi e magari acquistare il prodotto più vicino ai propri desideri.
Indice dei contenuti
Stradaregina, Sciresina
Fruit Lambic-style Ale. Un blend di birre a fermentazione spontanea di annate differenti a cui vengono aggiunte amarene e ciliegie e il tutto affinato in barrique per circa otto mesi. Note di degustazione. Colore rosso intenso; naso fruttato con sentori di cuoio che giocano con le note dolci della frutta; corpo scorrevole caratterizzato da una carbonazione che ho trovato perfetta. In bocca ritroviamo la parte fruttata, le note del legno e una speziatura tendente al pepato. Retrogusto dolce, vanigliato, con sfumature di cuoio.
Bionoc’ progetto “Asso di Coppe” Saresa
La birre del progetto prevedono l’aggiunta di frutta, in questo caso si tratta di ciliegie nere di Bassano e marasche. Acida con note “argillose” che rendono l’aroma interessante. A naso emergono i sentori di fruttato-acido, mentre al sorso prende campo l’amaro che sovrasta e persiste prepotente . Lieve astringenza, a quanto pare data dal mallo del frutto.
Ca’ del Brado Cuvée de Zrisa
Sour ale fatta con ciliegie dette “duroni” di Vignola aggiunte a una birra affinata in botte di rovere con brettanomyces. Bouquet aromatico complesso: frutta, legno, morbidezza accompagnata a note acidule di vario genere che ritroviamo nel gusto. Complessità che si risolve in un amaro finale per chiudere in bellezza. Ha 8 gradi alcolici che non si sentono. Alcolicità gestita benissimo. Amaro finale legnoso che tende a pulire la bocca.
Strada Regina, Lambicocca
È un blend di due birre acide a fermentazione spontanea, con aggiunta di albicocche. Al naso è un’esplosione di frutta, in cui si percepiscono note ossidate (tipo succo di frutta). Aroma di frutta gialla bella dolce e matura, finché in bocca esplode l’acetico. L’acetico continua fino alla conclusione della corsa, esclissando forse un po’ troppo la parte fruttata.
Bionoc’ Albicoppe
Sour ale alle albicocche in quantità: ben 300 grammi per litro. Naso fruttato e carnoso, compone un bouquet olfattivo complesso e di soddisfazione. Al gusto si evolve verso l’amaro che si espande nel finale. Ho preferito la parte ofattiva, perché a mio avviso l’amaro si espande un po’ troppo sulle altre componenti minando l’equilibrio del sorso che rimane comunque appagante.
Ca’ del Brado, Cuvée de Mugnega
Sour Ale all’albicocca. Fatta con albicocche della varietà Orange Rubis appena colte, di cui la metà denocciolate e blendata con birre più vecchie e brettate (più i lieviti e batteri nelle botti). Naso fruttato (albicocca, of course) elegante, spunti di vaniglia e bretta a dare freschezza. Bouquet molto ricco, ci sono note amare, di vegetale e selvatiche ben gestite, controbilanciate dalla parte vanigliata. Quasi 8% di volume alcolico ma non si sente: è una birra leggera e fresca. La gestione della parte alcolica è un piccolo capolavoro (e rende questa birra che molto pericolosa!) ma è una qualità che ho riscontrato spesso nelle birre “del Brado”.
Sunflowers di Stradaregina
Fermentazione spontanea, stile lambic con aggiunta di fiori di sambuco e affinata in barrique. Colore chiaro; naso intenso, fruttato, note carnose. In bocca l’acetico e vegetale sono stemperati dalle note dolci. Finale acetico e dolce, mi è sembrato forse un po’ indeciso.
Bionda Ardiva di Bionoc’
Farmhouse alle erbe. “Ardiva” è il nome con cui in campagna si indica il secondo taglio del fieno, quello più profumato. E infatti naso erbaceo di fieno tagliato, pepe, acido lattico, bretta, ma anche mieloso che si sposa con la speziatura pepata. In bocca è per me un momento proustiano, mi ha ricordato i duri di menta che da bambina mangiavo alla fiera del paese.
Ca’ del Brado, Cuvée de Pesga
Sour ale alle pesche nettarine a pasta gialla. Naso caratteriale, fruttato. Interessante perché l’altra bottiglia aperta sul tavolo era piuttosto diversa (c’è stato un intenso scambio di bicchieri durante la degustazione). Dopo un po’ l’aroma acquisisce anche note di agrume amaro e si percepisce uno spunto volatile di di urina (che ci sta). Corpo ben carbonato, carbonazione con spunti di citrosodina 🙂