La birra degli abissi torna dopo 200 anni alle spine dei pub: The Wreck Preservation Ale
È sempre emozionante leggere storie di birre ritrovate dopo secoli. Questa volta si parla di bottiglie che sono rimaste per duecento anni in fondo al mare, ben custodite dal relitto della Sydney Cove, nave commerciale inglese proveniente dall’India coloniale, carica di merci di ogni genere, tra cui non mancava certo la birra. L’anno è il 1797.
La Sydney Cove non ha mai raggiunto la sua destinazione, arrenandosi in un banco di sabbia vicino a Preservation Island sulla costa nord della Tasmania e affondando lentamente con tutti i suoi tesori.
I 17 membri dell’equipaggio cercarono di salvare il salvabile, però gran parte del carico finì in fondo al mare. Birra compresa. E ci è rimasto fino agli Anni ’90, quando il relitto della Sydney Cove venne recuperato dopo 2 secoli trascorsi sul fondale gelido. Le merci ritrovate nella stiva comprendevano 26 bottiglie di birra ancora intatte che sono state poi affidate al Queen Victoria Museum & Art Gallery di Launceston, Tasmania.
Il curatore del museo ha analizzato i residui di lievito contenuti in quelle bottiglie, scoprendo che era ancora possibile recuperarlo vivo per riutilizzarlo. Così l’antica ale è stata ri-brassata grazie a una partnership tra il museo e il birrificio artigianale australiano James Squire.
Non so se avrò mai l’occasione di assaggiare questa birra che si chiama The Wreck Preservation Ale, è in stile English porter ed ha una confezione stilosissima, [link non più attivo: https://www.jamessquire.com.au/news/the-story-behind-the-wreck/] però è stato bello conoscere le storie del naufragio di Preservation Island e della decisione di fare una ale coi lieviti recuperati dalle bottiglie rimaste per tanto tempo sul fondo del mare.
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