I frutti esotici caratterizzano la produzione craft del Brasile
Abbiamo già parlato del Brasile che è il terzo mercato globale della birra, con un ritmo di crescita del settore craft davvero incoraggiante. Il comparto artigianale brasiliano è caratterizzato dai prodotti esotici e regionali che ne stanno rafforzando il mercato, offrendo ai consumatori esperienze sensoriali uniche.
Negli ultimi 10 anni i birrifici artigianali brasiliani hanno registrato una crescita complessiva del 750%: nel 2007 se ne contavano 80, contro i 679 alla fine del 2017 (dati del Ministero dell’Agricoltura, Ministério da Agricultura, Pecuária e Abastecimento).
La quasi totalità dei produttori di birra si trovano nel Sud con 287 birrerie e nel Sud-Est (279 birrifici) del paese, ovvero nelle regioni più popolate e sviluppate del Brasile. A ciò si aggiungono altri 48 birrifici nella zona Nord-Est, 44 nella regione del centro-Ovest, e 21 in the Nord. Impressionante anche i dati regionali: ci sono 78 birrifici a Santa Catarina, 67 a Parana, 57 a Rio de Janeiro, 21 a Goias, 17 a Pernambuco, 11 a Espirito Santo, and 11 nel Mato Grosso.
Dal punto di vista delle preferenze dei consumatori, negli ultimi tempi si è delineata una nuova tendenza al consumo di birre prodotte all’insegna della varietà di sapori, con attenzione alla qualità del prodotto e dalle sue caratteristiche sensoriali. Frutti regionali come cupuaçu, frutto della passione, mandarino e açai sono diventati ingredienti caratterizzanti delle birre artigianali del Nord e Nord-Est del Brasile.
La varietà di ingredienti utilizzati per brassare include anche: ananas, pepe e mate, mentre negli stati di Parana, São Paulo e Minas Gerais gli aromi di tendenza sono: mango, fiori di damiana, ibisco, castagne, limone, anacardi, acerola e pure caffè.
Il presidente dell’Associazione brasiliana della birra artigianale (Abracerva), Carlo Giovanni Lapolli, ha individuato come punti di forza delle piccole industrie produttive di queste regioni, sia gli aspetti della cultura locale, sia l’influenza degli immigrati europei. Tuttavia Lapolli ha posto anche l’accento sulle regioni del Nord e Nord-Est del Paese, dove la produzione birraria legata agli ingredienti esotici ha trovato un terreno di crescita favrevole.
“La piccola birreria sceglie gli ingredienti orientandosi sulle caratteristiche sensoriali del prodotto, come l’aroma, il sapore e la consistenza, e tendendo a lasciare da parte gli aspetti economici e finanziari. Il mercato craft usa l’orzo invece dell’estratto di mais, invece preferito dalle grandi industrie”, ha spiegato Lapolli all’EFE.
Abracerva stima che in Brasile esistano attualmente 679 birrifici artigianali con una produzione media di oltre 5 milioni di litri al mese. In totale il Brasile produce più di un miliardo di litri di birra al mese, considerando il mercato nella sua totalità: dai grandi player alle piccole realtà artigianali.
Questi volumi richiedono una “quantità di orzo che l’agricoltore non può fornire. È chiaro che le grandi aziende della birra utilizzano altri cereali come il grano, il riso e anche il seme di canapa”, ha dichiarato all’EFE Alisson Chioratol, ricercatore presso l’Istituto Agronomico di Campinas, nello stato di Sao Paulo.
Rispetto alla produzione su larga scala, le birre artigianali sono più costose a causa della qualità dei prodotti utilizzati, come i cereali importati, tra cui il luppolo e il malto. Inoltre in Brasile la tassazione raggiunge il 56% sul valore del prodotto. “Negli Stati Uniti ed in Europa, il valore della birra artigianale è due o tre volte superiore a quello della birra ordinaria, mentre in Brasile la quota è di cinque o dieci volte.”, ha spiegato Lapolli.
Fonte: Latin American Herald Tribune, 5 agosto 2017 – http://www.laht.com/article.asp?CategoryId=14090&ArticleId=2441317.