Great British Beer Festival 2017: resoconto e foto
Il più antico festival birrario della Gran Bretagna si svolge ogni anno a Londra, nella prima metà di Agosto: è il Great British Beer Festival quest’anno arrivato alla 40° edizione. Un’enorme rassegna dedicata alle birre della tradizione anglosassone, le real ale, maturate nei caratteristici cask; oltre 900 real ale, birre internazionali, sidri e perry, più una miriade di stand di street food UK.
Il GBBF è uno dei festival birrari più famosi del mondo, sia per longevità sia per prestigio. La prima edizione si svolse a Covent Garden nel 1975 per poi muoversi in varie città fino a stabilirsi a Londra dal 1991. Lo organizza il CAMRA (Campain For Real Ale), la storica associazione dei consumatori britannici nata nel 1971 per tutelare le birre d’Albione.
Sarà questa radice che affonda nel passato, sarà la partecipazione di tanti senior, fatto sta che tutta la manifestazione possiede un’aura fascinosa che rende speciale farne parte. Infatti è possibile partecipare al GBBF anche come volontari, per esempio dietro al bancone a spillare birre. Senza dubbio è un modo alternativo di trascorrere le vacanze. Nonostante la seducente impronta tradizionalista, il GBBF ospita anche le birre di altri paesi, che vengono organizzate in grandi stand chiamati bar.
Le birre italiane condividono con Belgio, Olanda, Francia, Italia e Malta, lo stand di BSF (Bières sans Frontières), contiguo a quello delle birre tedesce e ceche. Ogni anno l’Italia porta al GBBF una selezione presa dal meglio che offre la nostra scena craft. Quest’anno abbiamo avuto il sold out dei fusti già dal giovedì sera, mentre abbiamo mancato di poco il sold out delle bottiglie che invece gli anni passati avevamo raggiunto a metà manifestazione.
Il lavoro dei volontari allo stand va dall’intenso al delirio puro, un’esperienza bellissima che dà soddisfazione, anche se non è la scelta più riposante che si possa fare. Ma ne vale la pena per tanti motivi che spesso mi risulta difficile spiegare ai non appassionati.
Concludo fissando alcuni punti che mi sono rimasti addosso dell’edizione 2017:
- Il tizio che ha preso una 3°Miglio senza sapere che fosse una birra italiana. Guardava il bicchiere con diffidenza senza decidersi di portarlo alla bocca, mentre continuava a dirmi che pensava che fosse qualcos’altro, figuriamoci se gli italiani sanno fare le pale ale. Poi l’ha assaggiata ed è rimasto entusiasta. Poco dopo è ritornato con i suoi amici e ne hanno ordinate altre cinque di 3° Miglio del birrificio Rurale.
- Spiegare che la Margose è fatta con una percentuale di acqua di mare e poi vedere la faccia soddisfatta delle persone è stato impagabile. Margose e 3° Miglio le abbiamo vendute tutte in tempo record: una volta che si era sparsa la voce la gente veniva a cercarle.
- L’enorme area riservata ai volontari con una sfilza di birre a pompa che da sé varrebbe un festival, per bersi una real ale come si deve durante le pause.
- L’età media del pubblico alta per un festival birrario a cui non siamo abituati perché in Italia accade il contrario.
- Pochi visitatori italiani, ma alcuni cari amici, anche se mi sarei aspettata qualche birraio in più. È un bel palcoscenico e forse conviene calcarlo con più convinzione, come ha fatto Samuele D’Imperio del birrificio Lord Chambrey (Malta) che è stato quattro i giorni dietro le spine come volontario, facendo conoscere non solo il suo prodotto ma anche quelli degli altri.
- Le feste in maschera, il clima rilassato di questi senior che si vogliono divertire e ci riescono benissimo.
- L’imponenza del Festival che occupa per intero l’enorme spazio dell’Olympia London ad Hammersmith.
- La signora che si è avvicinata allo stand per chiederci se per caso avessimo del “prosecco” in quanto italiani (e mi dicono che non sia stata l’unica).
Le foto
Tutte le foto: https://goo.gl/photos/rbZimoRQN1CsSVrQA
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