Tesi di laurea sulla birra: cosa c’è dietro ai questionari online
Studenti in tesi mi chiedono spesso di dargli una mano a diffondere questionari sulla birra creati allo scopo di raccogliere dati per la loro ricerca. A parte il piacere che mi dà constatare l’interesse crescente per la birra anche come argomento di studio, ho sempre avuto la curiosità di sapere in cosa consistessero queste ricerche e su che basi venissero preparati i questionari.
Così, quando Giandomenico Quetti, laureando in ingegneria gestionale, mi ha chiesto di diffondere il suo questionario sul consumo di birra, ne ho approfittato a mia volta per porgli qualche domanda. E lui gentilmente ha accettato di rispondere.
Giandomenico è uno studente universitario, homebrewer, diplomato come “Birraio Artigiano” alla scuola DIEFFE a Padova che ha frequentato nei fine settimana, in parallelo con le lezioni all’Università. Come molti giovani affetti dalla malattia della birra artigianale ha cercato di far convergere la vita accademica con la passione brassicola con un tirocinio da Uberti (il rappresentante italiano dei malti Weyermann) e infine scegliendo la birra artigianale come materia di tesi di laurea.
La prima parte del suo lavoro consiste nello svolgere una ricerca di mercato per studiare le tipologie e le abitudini dei consumatori italiani in fatto di birre. Invece, la seconda parte coinvolgerà anche i produttori, con l’ausilio di un altro questionario. Infine, in una terza fase, Giandomenico analizzerà i diversi aspetti del mercato birrario generale, quindi comprendente sia i prodotti artigianali sia quelli dell’industria.
L’obiettivo è cercare di costruire un quadro attendibile sul posizionamento strategico del “filone” artigianale nel mercato generale della birra, individuandone i punti di forza, le debolezze, le opportunità, i rischi, ecc.
Per riuscirci ha bisogno di raccogliere un campione di dati che sia statisticamente affidabile e ottimizzato. Considerando che nel 2015 la popolazione maggiorenne in Italia è stata di circa 51 milioni, prendendo un intervallo di confidenza del 99% e un errore campionario del 2%, l’ampiezza del campione utile alla ricerca dovrebbe essere di poco sopra le 4000 unità. Per adesso è arrivato a raccogliere 2000 interviste.