Birra e salute, birra e sport. Incontri possibili o impossibili? Risponde Luca Gatteschi, medico della nazionale Italiana di calcio
La birra artigianale, a piccole dosi, fa bene alla salute e nello sport. Il segreto del benessere nel corretto stile di vita e nell’educazione al consumo. Luca Gatteschi, medico nutrizionista, svela i lati positivi della bevanda che sta conquistando il mercato.
Domenica 21 febbraio 2016 BeerAttraction ha ospitato il convegno promosso da UnionBirrai su “Birra e salute, birra e sport. Incontri possibili o impossibili?”, condotto dal dott. Luca Gatteschi, giudice nel concorso Birra dell’Anno nonché consigliere di SINSEB (Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere) e medico della Nazionale Italiana di Calcio, e in cui ha sfatato i luoghi comuni su birra e salute e ne ha chiarito gli importanti effetti positivi: “La birra? Contiene molti nutrienti e se presa in piccole dosi può essere un vero toccasana”.
La birra, in primo luogo quella artigianale, ha caratteristiche fondamentali a livello qualitativo per via della selezione attenta delle materie prime e del tipo di lavorazione. Dunque, se consumata con moderazione, è benefica sotto molti aspetti. Per esempio, nelle donne in pre e post-menopausa, bere birra riduce la perdita di calcio dalle ossa contrastando l’osteoporosi. Un consumo moderato può dare benefici anche nei pazienti diabetici, migliorandone la risposta all’insulina, e nei cardiopatici. Con “consumo moderato” si intende un’unità alcolica per le donne e di due u.a. per gli uomini al giorno, ossia una lattina o bottiglia di birra (33 cl.) di media gradazione.
“Dobbiamo ripartire dal concetto fondamentale per cui l’alimentazione è un fatto culturale oltre che sociale, non si può riportare tutto all’analisi degli effetti positivi e negativi di un singolo alimento, che invece va inquadrato nel concetto generale di alimentazione“. Si alza dunque il sipario su uno dei temi più dibattuti a livello internazionale e sul quale l’Italia sta cominciando a focalizare l’attenzione. “La maggior parte delle risposte – continua Gatteschi – è legata alla genetica e allo stile di vita in generale. Va poi considerato il piacere, il gusto tanto in senso stretto che in termini di convivialità. La birra artigianale è legata al gusto”.
Lo si capisce soprattutto quando Gatteschi fa dipendere un giusto stile di vita e dunque un consumo consapevole di birra (artigianale), dalla spinta culturale del consumatore verso questo tipo di prodotto: educandolo alla degustazione, intesa come consapevolezza della qualità della bevanda, si potrebbe raggiungere presto la soddisfazione del palato evitando gli eccessi.
L’effetto benefico sulla salute della birra si apprezza anche sul fronte sportivo. Le acque utilizzate nella brassatura di birre artigianali (non filtrate) sono ricche di magnesio e, come ha rivelato uno studio pubblicato sull’International Journal of Sport Nutrition, la reidratazione con birra e acqua non è inferiore a quella apportata con la sola acqua. Anche lontano dallo sforzo sportivo la birra ha effetti positivi e (grazie alla minore quantità di zuccheri, al maggior contributo di magnesio, fosforo, calcio e complesso B), se limitata ad una piccola quantità, la birra è anche più valida di un qualsiasi altro intregratore energetico perché più completo. “Una Gose, ad esempio, dopo una partita di tennis, ha lo stesso valore di un’aranciata”. Basta che non superi i 3-4 gradi alcolici e si può fare, l’incontro tra sport e birra è davvero possibile. Le donne, in questo caso, sono le più avvantaggiate: alcune ricerche avrebbero dimostrato una prestazione sportiva migliore il giorno dopo l’assunzione di birra.
La partita si gioca anche sul campo degli antiossidanti e al pari del vino, cui l’effetto benefico dei polifenoli è molto conosciuto, la birra artigianale può segnare validi punti perché il luppolo ne contiene a sufficienza. “L’importante – sottolinea con forza Gatteschi – è non estremizzare. Le sostanze agiscono sempre come fitocomplessi, non giocano un assolo“.
(Fonte Ufficio stampa UnionBirrai)
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