Selezione birra 2011: foto e resoconto
La giornata a Selezione Birra è iniziata con una piccola ma piacevole novità (almeno per me): questa volta niente fila chilometrica all’ingresso grazie al biglietto registrato da casa. Tuttavia mi è sembrato che quest’anno ci fossero meno visitatori in fiera. Anche l’abbondanza di biglietti gratis che sono stati inviati alla Pinta e che poi abbiamo faticato a ridistribuire, mi aveva fatto sospettare un’affluenza inferiore rispetto agli anni scorsi. A parte le supposizioni, quest’anno ci sono stati cinquantacinque microbirrifici espositori: un numero più che sufficiente per farsi un bel giro d’assaggi!
Giusto il tempo di qualche saluto ed è iniziato il laboratorio di degustazione: Salto nel buio (come imparare divertendosi con la tecnica dell’assaggio alla cieca), organizzato da MoBI e condotto dal sempre grande Kuaska. Degustazione di quattro birre artigianali, due italiane e due straniere, che ci sono state servite con le rispettive bottiglie coperte dalla stagnola per impedirci di vedere di che birra si trattasse. Il gioco infatti consiste nell’indovinare più caratteristiche possibile di ciascuna birra. Alla fine il mistero è stato svelato e abbiamo scoperto di aver degustato:
1) “Real Ale” di Birra del Borgo
2) “Pale Ale” di Sierra Nevada
3) “Classic pale ale” Flying Dog
4) “Pink Ipa” di Almond’22
Altro giro di saluti e assaggi random; ho gradito particolarmente: Almond’22, Birrificio del Ducato e B94 che riesco a degustare solo a Rimini perché non si trova da queste parti. L’anno scorso andai esclusivamente all’avventura e bevvi per tutto il giorno birre che non conoscevo. Quest’anno ho preferito sperimentare un po’ meno, percorrendo sentieri già battuti, ma godere di più!
Più tardi è iniziata premiazione del concorso Birra dell’Anno 2011 organizzato da Unionbirrai. Venti categorie di birre, per ciascuna viene votato il podio e assegnato un oro, un argento e un bronzo. Alla fine viene eletto anche il “Birrificio dell’Anno” tra tutti quelli in gara. Bel momento, emozionante, un grazie a Simone Monetti per la bella organizzazione: io mi sono divertita molto. Il più premiato di quest’anno è stato Giovanni Campari del Birrificio del Ducato (www.birrificiodelducato.com). Poi sono finite sui vari podi tante produzioni di birrifici nuovi, che hanno un po’ eclissato i soliti noti ma questo mi fa piacere perché è indicativo di una qualità che si sta diffondendo anche tra i birrifici italiani con meno esperienza e ce n’è tanto bisogno.
Segnalo un grande argento ottenuto da un birrificio di Firenze appena nato, che è tra i miei preferiti: Real Beer (www.realbeer.it). Il birraio Franco Fratoni ha guadagnato un secondo posto nella categoria “birre alla frutta” con la Ghirlandina, con frumento e mosto d’uva. E poi mi hanno fatto molto piacere i due premi a Francesca Torri del Mostodolce di Prato (www.mostodolce.it), per la Martellina (al miele di castagno della Valbisenzio) e per la Birra di Natale (una stagionale fatta con farina di castagne dell’Appennino toscano), naturalmente nelle categorie: “birre al miele” e “birre alle castagne”(qui la classifica completa).
A fine giornata c’è stato un incontro con il birrificio Bad Attitude (www.badattitude.ch) per la presentazione del progetto “Collettivo Birra”. Si tratta di una produzione, o “progetto birrario” come dicono loro, realizzata coinvolgendo chiunque desideri partecipare a qualsiasi fase della lavorazione. Dunque una birra fatta con una collaborazione collettiva ad ogni livello: scelta e messa a punto della ricetta, la selezione delle materie prime, le fasi della produzione, la realizzazione del packaging e delle strategie commerciali. A quanto ho capito un progetto i cui proventi andranno devoluti in beneficenza, ma il sito del “Collettivo Birra” è ancora off line e non ho trovato informazioni più precise. Comunque un buon esempio di marketing virale che prevede anche il coinvolgimento di associazioni di homebrewer come gli amici del Brewlab di Bologna (www.brewlab.it).
Incontro interessante, con alcuni spunti di riflessione. Ho gradito il gadget per i partecipanti: una lattina di birra artigianale, dalla grafica curatissima e fredda al punto giusto per essere bevuta lì per lì; ottima idea di marketing, con effetto simpatia immediato!
Il dibattito ha poi virato verso una “micropolemica” (pare figlia degli scambi sul forum di MoBI) sui prezzi delle birre. Dopo anni di esperienza sul campo, nei mercatini al di fuori dei circuiti di appassionati di birra e perciò di contatto diretto con un pubblico che, quando va bene è neofita, ma che nella maggior parte dei casi è formato da acquirenti casuali, ritengo che, accanto al discorso sui prezzi, sia necessario farne anche uno sulla qualità della birra artigianale che si vende, altrimenti la discussione rimane incompleta.
Fin troppo spesso la birra artigianale che si trova in giro è di qualità purtroppo altalenante. Chi la compra per curiosità ed è ai primi approcci con le artigianali italiane, di solito è disposto (anche se spesso con fatica) a spendere più di quanto di sarebbe aspettato per una bottiglia di birra. Tuttavia se poi la trova difettosa, sarà molto difficile che successivamente sia nuovamente disposto a dare una seconda chance alle birre artigianali. Si può considerare un potenziale appassionato perso.
Perché chi è alle prime armi non distingue tra un birrificio e l’altro, così in caso di birra difettosa la “figuraccia” la fa tutta la birra artigianale. E il mondo della birra artigianale italiana è ancora lontano dal girare su grandi numeri, perciò ha tanto bisogno di coinvolgere più appassionati possibile e la qualità diffusa delle birre in commercio è imprescindibile.
Dovere delle associazioni come la Pinta Medicea è cercare di informare il più possibile affinché chi compra sappia affinare i propri gusti e porsi criticamente all’acquisto. Questo lo facciamo con i nostri corsi e, più in generale, in tutte le occasioni in cui ci troviamo a contatto col pubblico. Per il consumatore è di primaria importanza riconoscere ciò per cui vale la pena spendere un po’ di più, da ciò che non è all’altezza o fa addirittura schifo e allora molto meglio una buona birra industriale, sia per il portafoglio, sia per il palato. Brutto da leggere, lo so, ma in alcuni casi tristemente vero!
Pingback: Bomb libera tutti! la birra del Collettivo! | La Pinta Medicea
Grazie Fabio, comunque ci sei mancato!
Grazie Angelo, anche io aspetto che pubblichino il sito del Collettivo Birra, a parole sembrava interessante come iniziativa.
Simone, grazie a te!
Articolo molto bello da leggere!
Ci sono arrivato cercando ulteriori informazioni su Collettivo Birra a cui sono molto interessato, perciò grazie per questi piccolo ulteriori dettagli. Ora aspettiamo di saperne di più da Bad Attitude.
Condivido le considerazioni finali!
Grazie Francesca a te! Il tuo commento a caldo dopo la premiazione mi ha fatto molto piacere!
Grande Francesca, Articolo ottimo e dettagliato , per me che quest’anno non sono potuto venire alla Fiera è stato molto utile, sembra quasi di averci fatto una scappata dopo averlo letto! :p